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Pinot Blanc – A.O.C. Alsace 2018 Pierre Frick

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Pinot Blanc – A.O.C. Alsace 2018

Pierre Frick

 

Colore giallo chiaro. Aroma di fiori bianchi e pesche gialle. Vino leggero, secco ed equilibrato. Sapore di frutti gialli (pesche) con finale fruttato e rinfrescante. Servito a 10-12°C, con crostacei, pesce, torte salate.

Disponibilità: 5 disponibili

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Pierre Frick

Propriétaire-Récoltant à Pfaffenheim
VINI DA AGRICOLTURA BIODINAMICA
Certificazione Ecocert

La famiglia Frick coltiva la sua vigna a Pfaffenheim da almeno dodici generazioni. Nel 1970 il Domaine venne convertito alla coltura biologica. Le prime applicazioni della biodinamica iniziarono nel 1981.

L’uso regolare delle preparazioni biodinamiche, coniugate al rispetto dei ritmi e delle influenze cosmiche, stimola la vita del suolo e accresce la resistenza delle piante alle malattie e ai parassiti. Una maturità ottimale e un rendimento limitato evitano il ricorso della chaptalisation (arricchimento in zucchero del mosto). Dopo la decantazione i mosti fermentano con i loro lieviti. La produzione del vino è caratterizzata da uno o due travasi e da una debole aggiunta di zolfo, escludendo tutti gli altri additivi e stabilizzanti e si conclude con una filtrazione minima prima della messa in bottiglia. La maturazione avviene in botti di rovere di età tra gli ottanta e i centotrenta anni, per esprimere al meglio tutte le loro peculiarità.

Perchè Pierre Frick utilizza il tappo in acciaio inox?

L’eliminazione del tappo in sughero sconvolge l’immaginario e ravviva l’odorato e il gusto.

Dalla nostra raccolta del 2002 la bottiglia non è piú tappata da sughero, ma da capsule coronate in inox, con un piccolo disco di polietilene che assicura l’impermeabilitá. L’aumento incessante delle deviazioni organolettiche (sapori e aromi), causato dal tappo in sughero, ci ha portati a questa scelta. La diversificazione dei nostri fornitori di tappi e l’acquisto di sughero di qualitá sempre migliore non ha portato a nessun risultato soddisfacente.

Al 4-5% di bottiglie con gusto di tappo, facilmente identificabili, si aggiungono almeno altrettante bottiglie “deformate” per influenza del tappo. Questa seconda categoria è molto piú sorniona, perché il degustatore attribuisce al vino l’opacità che invece deriva dal tappo.

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