“Non è una moda del momento ma una necessità nata come naturale evoluzione dalla storia centenaria della Maison Tarlant: lasciare spazio alla voce della vigna, del singolo cru, limitando al minimo ciò che può distogliere l’attenzione dall’uva e dalla rispettosa interpretazione del territorio da parte dell’uomo. Mélanie e Benoît rappresentano la dodicesima generazione di una famiglia che iniziò a produrre champagne sin dal 1929, l’anno della costituzione dell’AOC, e che affonda le proprie radici nella regione sin da 1687. Sono oggi il testimone raccolto del sapere tramandato di padre in figlio, un bagaglio prezioso trasmesso attraverso i gesti e il fare (e soprattutto il non fare) in cantina e in vigna. Uno stile oggi riconoscibile, basato su lunghi affinamenti e fermentazioni in legno, mai radicato sulle proprie convinzioni ma sempre in cerca di novità e che ha consentito a Benoît, dal 1999, e a Mélanie dal 2005, di condividere la loro visione e il loro pensiero di uno champagne che non fosse esclusività e lusso, come spesso molti pensano, ma ambasciatore del proprio territorio.” – Alessio Pietrobattista, www.agrodolce.it, 06 Aprile 2019
“Nelle più grandi città del mondo, i sommelier dei bistrot alla moda e delle tavole stellate, si accaparrano gli champagne dei vignerons talentuosi. Tanto che questi artigiani della bolla, spesso vittime del loro successo, mettono sul mercato dei vini molto giovani e stridenti. Dai Tarlant ci si prende tutto il tempo che serve per produrre Champagne ricchi di succo e di carattere. Arrivata oggi alla dodicesima generazione, con Mélanie e Benoît in vigna e cantina, questa Maison ha cominciato a produrre Champagne nel 1687 […] tornato alle sue radici nel 1999, a Oeuilly, Benoît cerca di sottolineare le espressioni del terroir e di produrre Champagne “che abbiano gusto e forza”. Questo vignaiolo generoso crea allora alcune nuove cuvée da vecchie vigne, con le tre grandi varietà champenoise ma riporta anche l’attenzione su varietà antiche (pinot bianco, petit meslier, arbanne); ammoderna le tecniche, pur senza tradire l’antico savoir–faire familiare; vinifica in tonneaux e prolunga gli affinamenti (i 2004 usciranno solo nel 2018). La solidità di questi Champagne, che sono riferimento assoluto nell’universo dei non dosati, merita di essere salutata con una seconda stella.[…] La loro viticoltura si rivela esigentissima: adattata al mosaico di suoli e sottosuoli dei loro vigneti: dalle sabbie alla silice, dalle argille calcaree al gesso puro. Nessun lievito selezionato, né enzimi, i due terzi delle vinificazioni avvengono in legno. Questi Champagne hanno volume, masticabilità, e matengono una grande freschezza in virtù del dosaggio leggero: dal 2010, tutta la produzione è passata a dosaggi minimi. Una vera filosofia di millesimati è ormai instaurata, e, come i più grandi in Champagne, i Tarlant mettono sul mercato i loro vini dopo otto o dieci anni di cantina, nella loro fase ottimale.” – Le Guide des meilleurs vins de France 2018