BRESSAN
FARRA D’ISONZO (GO)
Non è uomo da mezze misure, Fulvio Bressan. Un trascorso da psicologo nel reparto di oncologia infantile ne ha segnato l’essere e i modi: “Posso sopportare e supportare chi sta male, non le cazzate di chi sta bene” è un suo motto ricorrente. Una buona abitudine con Fulvio è non parlare di politica ma di vino, del suo amato Collio e delle sue istituzioni disprezzate, spes- so a ragione. Nereo Bressan, il gagliardissimo padre di Fulvio, è stato tra i fondatori del Consorzio di Tutela Vini del Collio nel 1964 e solo tanti decenni dopo Fulvio ha deciso di uscire sbattendo la porta. Venti ettari, solo 40.000 le bottiglie prodotte, nessuna compravendita di uve, lavorazione per il 90% di vitigni autoctoni e studio maniacale dei legni, provenienze, tostatu- re, interazione col liquido (“per fare una barrique bastano 36 mesi, per un buon legno grande possono non bastare 9 anni”). Un produttore unico che non può lasciare indifferenti.