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BOCCA DI LUPO 2006 AGLIANICO CASTEL DEL MONTE DOC TORMARESCA

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BOCCA DI LUPO 2006

AGLIANICO CASTEL DEL MONTE DOC

TORMARESCA

Classificazione Aglianico Castel del Monte D.O.C. – Vino Biologico

Vinificazione e affinamento

Le uve sono state raccolte a mano e, all’arrivo in cantina, sono state diraspate e selezionate sul tavolo di cernita in modo che solo gli acini perfetti raggiungessero i tini di vinificazione. La fermentazione alcolica ha avuto luogo in serbatoi di acciaio inox a una temperatura controllata di 26-28 °C. La macerazione si è protratta per 15 giorni ed è stata gestita con follature intervallate da délestage e brevi rimontaggi al fine di ottenere un’estrazione graduale e delicata. Durante questa fase si è scelto di rimuovere una buona parte dei vinaccioli per evitare che gli stessi apportassero sensazioni astringenti. Terminata la fermentazione il vino è stato trasferito in barrique di rovere francese, dove ha avuto luogo la fermentazione malolattica e il necessario affinamento. Dopo l’imbottigliamento Bocca di lupo ha risposato almeno un anno in bottiglia. Gradazione alcolica 14,5% Vol.

Dati storici

Tenuta Bocca di Lupo è situata a un’altezza di 250 metri sul livello del mare nel cuore della selvaggia Murgia barese, nei pressi di Minervino Murge – Bari. I vigneti dell’azienda, totalmente biologici, sono situati su terreni calcarei e poveri, ottimi per ottenere vini rossi di qualità ed eccellenti bianchi. Le principali varietà coltivate sono: Chardonnay, Fiano, Aglianico, Nero di Troia, Cabernet Sauvignon e Moscato di Trani.

Bocca di Lupo è la scintilla che ha fatto accendere il sogno enologico di Tormaresca. La volontà di riscoprire un varietale nobile come l’Aglianico offrendone una interpretazione diversa ma altrettanto autentica ha guidato un progetto lungo ormai quindici anni. La piena maturità dei vigneti ha consentito di produrre uve profonde e adatte alla produzione di un vino dal grande potenziale di invecchiamento.

 

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L’AZIENDA

ALLA GUIDA DELLA RINASCITA ENOLOGICA PUGLIESE
  

La passione, il coraggio e la fiducia nell’enorme potenziale qualitativo della Puglia sono gli elementi che hanno spinto gli Antinori ad investire in questa regione, in particolare nelle zone di Castel del Monte e del Salento. L’idea di fondo su cui si basa la filosofia produttiva di Tormaresca è quella di produrre grandi vini da vitigni autoctoni pugliesi. La maggior parte dei vigneti è coltivata con uve tradizionali, alcune delle quali risalenti alla civiltà della Magna Grecia, e fortemente radicate nel territorio: il Primitivo, il Negroamaro, il Fiano pugliese, l’Aglianico, il Nero di Troia ed il Moscato Reale
L’azienda Tormaresca è costituita da due tenute situate nelle aree più vocate alla tradizione vitivinicola della regione: Tenuta Bocca di Lupo nella DOC Castel del Monte, immersa nella selvaggia murgia barese e Masseria Maime nella zona del Salento, il cuore pulsante della Puglia.

La tenuta di Bocca di Lupo sorge in agro di Minervino Murge, nell’area DOC Castel del Monte, a circa 250 m sul livello del mare. La vicinanza dell’antico vulcano Vulture, il clima caratterizzato da una notevole escursione termica tra giorno e notte e la composizione dei terreni hanno una notevole influenza sui vigneti. Le varietà presenti sono Aglianico, Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Fiano pugliese, Nero di Troia e Moscato Reale. Masseria Maime sorge in una delle zone più belle dell’alto Salento. L’azienda, che si estende per una superficie di circa 500 ettari di cui 350 piantati a vite e 85 ad uliveto, si sviluppa lungo la costa adriatica, creando così un paesaggio unico di vigneti che nascono tra boschi e pinete e si perdono a vista d’occhio fino a confondersi con il mare.

 

STORIA

DAL 1998, UN’IDEA DIVENTATA REALTÀ
  

“Data 1998 il nostro sbarco in terra di Puglia, con il sistema di vigne e cantine dell’azienda Tormaresca nella Murgia barese e nell’Alto Salento. Un’altra storia di redenzione di meravigliosi terroir. Forse, addirittura, la più importante. Nei grandi pianori del “tacco” d’Italia si fa vino dai tempi degli antichi romani. Anzi, quantitativamente, questa regione è stata a lungo, ancora pochi anni fa, la principale produttrice d’uva da vino della penisola. Si trattava , però, soprattutto di grappoli da esportazione, tagliati dai loro tralci e subito spediti nel resto d’Italia e del mondo per fare vini da tavola di altre cantine.

Se c’è un posto dove storicamente è nato vino di quantità, più che di qualità, è stato qui, fra l’Adriatico e lo Ionio. Le cose hanno iniziato a cambiare da pochissimi anni. Ora è in corso un grande Rinascimento dei terroir locali. Tutta la Puglia è percorsa da Vie del vino e punteggiata di nuove cantine all’avanguardia. Parliamo del risveglio del Primitivo, del Negroamaro, dell’Aglianico.. Oggi in questa regione ci sono venticinque vini DOC, perle di una stagione tutta nuova e fecondissima. Alla quale speravamo di dare il nostro contributo. E’ stato ancora una volta un viaggio in quei luoghi, a metà tra la vacanza e l’esplorazione, a farci comprendere le potenzialità di questa nuova frontiera meridionale.

Eravamo, come sempre, io e Cotarella, a metà degli anni Novanta. Sentii subito che qui c’erano uve antiche, risalenti addirittura alla Magna Grecia, che ancora dovevano sbocciare, enologicamente parlando. Se altrove, arrivando in una nuova zona vinicola, eravamo dovuti partire dalla selezione e rielaborazione delle viti e dei terreni, qui la situazione era molto diversa: le uve erano splendide, i terreni perfetti, ma si sentiva la mancanza, a mio parere, di strutture e procedure moderne orientate alla qualità

E’ nata così la Cantina di Masseria Maime, in attività dal 2009. Modernissima, concepita secondo le più recenti dottrine sulla vinificazione da Renzo Cotarella, tuttavia circondata da campi, boschi e ulivi secolari. E abbiamo lavorato anche sul marketing, con piccole idee come il Fichimori, che si propone di creare la nuova tradizione del rosso bevuto freddo. O con un olio extravergine d’oliva a base di due varietà pugliesi: la Cellina e la Coratina.”
(Piero Antinori, Il profumo del Chianti – Storia di una famiglia di vinattieri, Mondadori – 2011)

BOCCA DI LUPO

LA TENUTA DI BOCCA DI LUPO, DOVE TUTTO È COMINCIATO

La tenuta sorge in agro di Minervino Murge, nell’area DOC Castel del Monte, un territorio famoso per la natura selvaggia e per la sua devozione alla caccia, testimoniate entrambe dal suo più illustre estimatore: Federico II di Svevia. I vigneti crescono a circa 300 metri s.l.m. in piena Murgia, un’ area caratterizzata da condizioni climatiche e ambientali che hanno costretto l’uomo a lavorare da sempre con grande devozione: i rigidi inverni, l’importante escursione termica, le “gravine” e la foschia che spesso avvolge i vigneti, la vicinanza dell’antico vulcano Vulture sono solo alcune delle caratteristiche di questo suolo che premia il duro e paziente lavoro della terra con frutti preziosi. Le varietà presenti sono Aglianico, Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Fiano pugliese, Moscato Reale e Nero di Troia.

Attraverso i 140 ettari di vigneti si giunge alla cantina, costruita secondo i canoni delle antiche masserie della Murgia con la sua struttura “fortificata” e i luminosi muri bianchi in tufo.

Insieme ai “tratturi” e ai muretti a secco, queste antiche residenze sono le poche testimonianze della presenza dell’uomo nell’area circostante dove, più che in ogni altro posto, la natura non si è lasciata vincere dall’urbanizzazione.

All’interno della masseria la barricaia. Sormontata da un soffitto con volta a crociera, anche questa in tufo, contiene fino a 1000 barriques di rovere. Dal secondo piano della struttura si gode un panorama mozzafiato: sulla collina si può ammirare il villaggio di Minervino con le sue costruzioni in pietra bianca che riflettono i raggi del sole; ad ovest si scorge il vulcano Vulture che veglia su tutto il territorio.

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